Angela Randazzo e l’esperienza in Caritas

Angela Randazzo, della Compagnia di Caltanisetta, ci racconta la sua esperienza in Caritas. Per conto della CIIS, rappresenta gli Istituti Secolari Italiani nel Consiglio Nazionale della Caritas Italiana.

Grazie ad Angela per il suo prezioso servizio e per la condivisione!


Il mio impegno nella Caritas ha inizio nel lontano 1998 come consigliera, referente degli immigrati, nell’ambito del Consiglio diocesano della diocesi di Caltanissetta. Il mio piccolo paese che si chiama Delia, situato al centro della Sicilia in provincia di Caltanissetta, di poco meno di cinque mila abitanti, è un paese che da sempre ha avuto un forte flusso migratorio. La mia stessa famiglia a iniziare da mio padre con tutti i suoi familiari, tutti i miei fratelli e sorelle sono emigrati in Argentina, in Venezuela e in Canada. Io stessa sono stata cinque anni in Venezuela. Questa lunga esperienza di migrazione, certamente, ha contribuito a creare in me una particolare sensibilità su questo problema e ha sviluppato in me un’attenzione particolare nei confronti delle persone che oggi sono costrette e vivere questa stessa esperienza.

 Con il passare del tempo, il nostro territorio fortemente provato dal fenomeno dell’emigrazione si è trovato ad assistere ad un capovolgimento della situazione: da paese di emigrati siamo diventati paese di immigrati, con una presenza considerevole di persone provenienti dall’Africa del Nord, Marocco e Tunisia e dall’Est Europa, Romania, Ucraina, ecc.

La Caritas diocesana per cercare di dare risposte concrete a questo nuovo fenomeno, ha istituito a Delia il Centro di Ascolto Caritas per Immigrati “Marianna Amico Roxas” come segno tangibile della prossimità della nostra Chiesa locale alle persone che vivono ai margini della nostra società, dandomi la responsabilità di coordinatrice del Centro. L’obiettivo principale del Centro è stato quello di far crescere nella comunità la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, che ci permette di dare corpo al comandamento dell’amore: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv13,34), attraverso i servizi di: ascolto, informazioni, accompagnamento, aiuto nella ricerca dell’abitazione, del lavoro e dell’inserimento nella società, oltre all’erogazione di beni di prima necessità.

Quest’anno sono stata chiamata a rappresentare gli Istituti Secolari nel Consiglio Nazionale della Caritas Italiana, proposta inaspettata e compito molto impegnativo che, se da un lato mi onora dall’altro mi responsabilizza sempre più. La Caritas Italiana, che è un “organismo pastorale costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana” e che ha lo scopo di promuovere la testimonianza della carità nella comunità in collaborazione con gli altri organismi ecclesiali, si avvale dei vari organi previsti dallo statuto, tra questi il Consiglio Nazionale, per raggiungere tale obiettivo.

 Il Consiglio è costituito da: “tre Vescovi membri della Presidenza; Direttore e Tesoriere;  un Delegato per ciascuna Regione ecclesiastica (presbitero,  o diacono, o membro di Istituto di vita consacrata, o di società di vita apostolica, o laico) nominato dalla rispettiva Conferenza Episcopale;  quattro membri nominati rispettivamente dalla Conferenza Italiana dei Superiori Maggiori (CISM), dalla Unione delle Superiori Maggiori d’Italia (USMI), dalla Conferenza degli Istituti Missionari Italiani (CIMI) e dalla Conferenza Italiana degli Istituti Secolari (CIIS); di quattro laici eletti dalla Consulta Nazionale dell’Apostolato dei laici”.(Art. 11, Statuto Caritas Italiana)

L’inserimento in questa nuova realtà è stato favorito dall’accoglienza cordiale, semplice e familiare del direttore e degli altri componenti, che mi hanno fatto sentire subito come fossi a casa mia.  Nuovi orizzonti si sono aperti alla conoscenza che avevo di questa Istituzione, che opera a livello locale e internazionale.

La Caritas Italiana  nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II, che ha l’obiettivo principale  di: “promuovere la testimonianza della carità della comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica” (Art.1 Statuto), mette sempre al  centro la  persona coinvolgendola nella ricerca delle  soluzioni rendendola protagonista, nella speranza di raggiungere l’autonomia nella costruzione del proprio futuro. Questo servizio la Caritas lo porta avanti attraverso l’azione quotidiana di quasi 200 Caritas diocesane in tutta Italia, i Centri di Ascolto, lo studio e il lavoro di rete con altre realtà che prestano il loro servizio per i poveri.

Fondamentale e costante il lavoro di formazione con l’equipe e i nuovi direttori di Caritas diocesane, con la Comunità professionale di formatori Caritas, a sostegno del piano integrato di Formazione. Momento importante e qualificante rappresentano i convegni nazionali annuali, grande investimento nella formazione e sulla cultura. Nell’anno 2019 il convegno si è svolto a Matera sul tema: “Carità è cultura”, nell’anno 2020 il tema del convegno sarà: “Carità è missione” e si svolgerà a Milano.

Nell’ambito dell’Immigrazione, l’impegno prioritario è quello di promuovere la cultura dell’accoglienza e del rispetto delle diversità. La Caritas continua a portare avanti il progetto legato ai “corridoi umanitari”, alle accoglienze nelle parrocchie, nelle strutture e comunità diocesane, nelle famiglie, ma anche nella promozione di progetti sul ricongiungimento familiare dei rifugiati in Italia.

L’impegno per e con i giovani è caratterizzato dal servizio civile dalle proposte di volontariato estivo. La collaborazione con il MIUR ha sviluppato l’attenzione al mondo della scuola, con i concorsi su accoglienza e comunità che includono.

L’impegno della Caritas Italiana non si esaurisce nell’ambito italiano, ma si estende nei vari paesi del mondo attraverso l’accompagnamento delle Chiese locali con la realizzazione dei microprogetti di sviluppo in ambito economico e sanitario. Le emergenze internazionali hanno visto la Caritas Italiana in prima fila con Caritas Internazionalis, come per il terremoto in Iran e Iraq, gli incendi in Grecia, la crisi umanitaria al confine angolano della Repubblica Democratica del Congo, le alluvioni in Kenia e terremoti e tsunami in Indonesia, solo per fare qualche esempio.

 In Siria è stato realizzato il progetto: Un mosaico di madreperla per condividere per denunciare gli orrori della guerra poiché l’arte è da sempre un megafono e può diventare uno strumento per ricostruire società lacerate dal conflitto.

In Venezuela, dove persiste una crisi definita come “emergenza umanitaria complessa”, la Caritas Italiana ha realizzato un programma umanitario ad ampio raggio su tutto il territorio nazionale sia sul versante degli aiuti alimentari e di prima necessità, sia sul versante della salute: farmaci, presidi sanitari e assistenza medica. Anche il nostro Centro di Ascolto diocesano “Marianna Amico Roxas” ha contribuito con la raccolta di medicine e l’accoglienza e l’aiuto a tanti italiani e italovenezuelani ritornati in patria a motivo della crisi socio-politica. La crisi continua ancora, di conseguenza anche l’azione della Caritas.

In Kenia, il basket, attraverso il progetto Slumsdunk, è diventato lo strumento per costruire il domani: proprio a Mathare è stata aperta una scuola di pallacanestro che offre corsi di basket a ragazzi e formazione per giovani allenatori del futuro promuovendo un’alternativa alla vita di strada. Già 20 ragazzi e ragazze, grazie al progetto, hanno ottenuto borse di studio nelle più prestigiose scuole del Kenia.

Anche in Italia sono stati realizzati diversi progetti. Cito alcuni esempi.

A Reggio Emilia-Guastalla, con il progetto Costruire segni di speranza, si è reso necessario elaborare percorsi di prossimità alle persone povere, proponendo loro cammini di accompagnamento costante, coinvolgendo il territorio di provenienza. Per rilanciare e qualificare la disponibilità a camminare insieme alle persone in difficoltà, sono state costituite equipe di operatori con competenze diverse chiamati a supportare le unità pastorali nell’assumere carità e accoglienza come autentico stile di vita delle comunità cristiane.

A Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola, la promozione del progetto “strada di casa” ha cercato di andare incontro alle tante persone e famiglie che vivono un’esperienza di forte instabilità legata all’abitazione: morosità, sfratti, difficoltà a reperire alloggi. Tutto questo per dare risposte significative, senza dimenticare l’approccio educativo.

A Caltanissetta, la Caritas ha avviato il proprio emporio alimentare nel centro della città. Don Marco Paternò, assistente diocesano, così presenta questa nuova realtà: “la peculiarità di questa opera “segno” è la dignità che si dà alla persona, che non riceve il pacco spesa da portare a casa, ma entra in questo piccolo supermercato e sceglie ciò che le serve, così come si fa in tutti i supermercati. Nella scheda che usano per fare la spesa si dà un punteggio a scalare, che diventa anche un modo di responsabilizzare la persona. Quello dell’emporio è un servizio che poi si trasforma e continua anche in un rapporto di accompagnamento con le famiglie. Per la comunità l’emporio è stato una novità, qualcosa che gradualmente sta sensibilizzando le coscienze. Nel primo anno di vita, diversi volontari provenienti dalle Caritas parrocchiali, si sono avvicinati a questa opera “segno”. È nata una bella rete, che spero si amplierà sempre più”.

Questi sono solo alcuni dei progetti e degli impegni che la Caritas porta avanti per testimoniare l’amore di Dio per l’uomo, per ogni uomo, in particolare per chi vive ai margini della società. L’accoglienza dell’altro, la vicinanza che si esprime nella prossimità, nella condivisione, nella disponibilità a servire, non solo dà sollievo alle persone che vivono una situazione di disagio, ma rende felice chi fa l’esperienza di essere dono[1].

Angela Randazzo

[1] Nella presentazione degli impegni e delle attività della Caritas a livello nazionale e internazionale si fa riferimento al Rapporto Annuale della Caritas Italiana del 2018.