Nello stesso carisma… con responsabilità 01/2022

A questo LINK il nuovo numero di “Nello stesso carisma… con responsabilità”

In particolare segnaliamo alla vostra lettura l’articolo scritto da Mons.  Adriano Tessarollo


FEDELTÀ: IERI, OGGI E DOMANI.

Compagnie e Compagnia: la Compagnia di sant’Orsola ‘unisce insieme’ una pluralità di Compagnie sparse nel mondo, in un unico Istituto.

Sant’Angela nel riunire le ‘figlie’ in Compagnia ha preso ispirazione da Gesù che ha iniziato in suo ministero chiamando attorno a Sé dei discepoli per servire insieme il Regno di Dio.

Ma tutto era incominciato quando una giovane donna, Maria di Nazaret, si è aperta alla chiamata di Dio che la chiamava a mettersi a servizio del suo disegno di salvezza, disegno nel quale Maria si è lasciata coinvolgere giorno dopo giorno in maniera sempre nuova e non programmata da Lei. Così Maria è diventata modello anche per i primi discepoli di Gesù, chiamati insieme a immergersi nel suo disegno (discepoli), e poi mandati (apostoli) a coinvolgere altri in quel disegno di Grazia affidato loro da Gesù. Quanta ‘vita nuova’ hanno dovuto fare Maria e gli Apostoli nel corso della loro chiamata e missione, a fronte delle nuove situazioni che si sono trovati a vivere, prima in Galilea, poi spostandosi con Gesù in tutta la Giudea, fino nella grande città di Gerusalemme e poi ‘fino ai confini del mondo. Quale cambiamento hanno dovuto vivere rispetto agli inizi della loro sequela nel villaggio di Nazareth, o nella cittadina di Cafarnao o attorno ai villaggi intorno al lago di Galilea!

Ma vediamo più da vicino come è iniziata e poi proseguita l’esperienza di Maria e dei discepoli/apostoli alla scuola di Gesù e dello Spirito, tenendo lo sguardo anche sul nostro cammino personale e delle nostre Compagnie con il cambiamento avvenuto e accolto nel passaggio da singole compagnie alla nuova forma di unica Compagnia di sant’Orsola risultate dalla Federazione della varie Compagnie nell’Istituto secolare Sant’Angela Merici.

  1. Gesù ha coinvolto i discepoli in un cammino non individuale ma personale, un cammino che richiede l’adesione a scelte comuni, accolte e non subite (comunitario quindi per l’adesione di tutti e non collettivo perché imposto a tutti). E’ questo lo spirito ecclesiale sta all’origine della chiamata di Gesù e della risposta libera e aperta del discepolo (come Maria e i discepoli/apostoli. Questa chiamata esige una risposta libera e aperta ed è racchiusa nell’idea stessa di conversione, come atteggiamento di continua disponibilità a seguire Gesù e lo Spirito che continuamente ci precedono, camminano avanti a noi e chiedono di seguirli. Possiamo pure noi pensare come il nostro concreto itinerario vocazionale abbia richiesto e continui a richiedere continue conversioni proprio per obbedire alla nostra vocazione di consacrate nella secolarità nella Compagnia/Istituto di ‘servire insieme il Signore’ e alla nostra missione di proporre ad altre di unirsi a noi per ‘servire insieme il Signore’.
  2. Conversione a chi e a che cosa? Verso una sempre più coerente adesione e testimonianza di fedeltà a Dio e di servizio alle sorelle e con le sorelle nella Chiesa a favore del ‘mondo/uomo’. Conversione personale continua alle vie di Dio, conversine non imposta ma cercata e accolta, come è successo ad un certo Saulo di Tarso, il persecutore dei primi cristiani nell’intento di vivere in fedeltà alla Legge mosaica, divenuto poi Paolo l’apostolo di Gesù Cristo. Egli ha il coraggio di chiedere: “Che devo fare, Signore” (At 22,10). Per servire alla chiamata e alla missione di Signore Gesù, dobbiamo essere disponibili primi ad ascoltare la parola di Dio nelle Sacre Scritture, nella nostra Regole, nelle Costituzioni, nelle indicazioni della Chiesa e nei cambiamenti storici che ci toccano da vicino, continua conversione a lasciarci permeare della sua grazia, tutte realtà e doni del Signore che spesso chiedono di farci uscire dal nostro individuale modo di vedere le cose e anche tante nostre consolidate abitudini di vita. Conversione per comprendere sempre più Gesù, il suo amore, entrare nel mistero di Dio, comprendere e riscoprire il carisma mericiano, aprirci allo Spirito che ci spinge a ‘incarnare il nostro carisma nel nostro territorio e nel nostro tempo.
  3. Cosa richiede ad ognuna di noi, ogni Compagnia e a tutto l’Istituto l’atteggiamento di conversione? Come dicevamo sopra, ci viene chiesto di aderire alle scelte comuni, contro la tentazione dell’immobilismo e la presunzione individualistica o delle singole Compagnie. Ogni Compagnia è chiamata a camminare insieme con l’Istituto per dare testimonianza di comunione nel medesimo ‘carisma’. Solo il continuo e rinnovato ascolto del Verbo, della Chiesa e della vita, attraverso la ‘luce’ del Carisma mericiano permetteranno ancora alle Compagnie di camminare insieme nell’Istituto nella fedeltà alla vocazione abbracciata e di offrire tale opportunità a nuove possibili vocazioni.
    C’è necessità di esperienze condivise di vita, personali e comunitarie, ancorate al Vangelo, alla Regola e Costituzioni, aperte appunto alle istanze del nostro tempo e alle esigenze e situazioni dei luoghi e situazioni dove vivono le singole Compagnie in unità alla Compagnia/Istituto: qui sta l’opportunità doppia che deriva dell’essere Compagnia unica Compagnia/Istituti, risultante dalla Federazione delle singole Compagnia, legandoci le une alle altre e rendendoci tutte compagne nel viaggio che è la vita di fede e di servizio al Vangelo di Gesù e al mondo di oggi. La Fedeltà alla Parola, al cammino della Chiesa, alla Regola e alle Costituzioni permetterà di superare vecchi devozionismi e obsolete pratiche religiose. Anche le devozioni popolari, nella misura in cui esprimono desiderio di approfondimento della fede e della preghiera vanno valorizzate, come pure ogni occasione di incontro, di formazione e di condividere e comunicare gioie e speranze.
    Il desiderio di fare esperienza di vita ecclesiae nella Compagnia ha bisogno di trovare nella  vita delle Compagnie/Istituto la “casa di comunione”, la “dimora ospitale” dove si costruisce mediante una spiritualità di comunione resa salda dal Signore e dalla Parola della sua grazia. La Compagnia deve diventare “scuola di comunione ecclesiale”, una reale comunità di discepole che si lasciano evangelizzare, che si fa carico di tutte le sorelle, in servizio alla chiesa/mondo in cui vive,  valorizzando le opportunità già esistenti e immaginandone di nuove. Bisogna avere il coraggio di accogliere l’invito alla sinodalità rivolto a tutte, nel paziente ma deciso “discernimento comunitario del carisma” e delle scelte che esso ci chiede, aperte a tutti i doni che lo Spirito effonde, e che fanno camminare insieme, sui sentieri del Vangelo stimolando tutte a tradurre la fede in scelte di comunione e di vicinanza reale nella carità.
    E non dobbiamo aver paura perche la nostra vocazione/missione ha il suo fondamento in Gesù  la cui presenza e azione ci è stata riassunta in questo tempo natalizio nei suoi due nomi: Emmanuele, preannunciato dall’oracolo di Isaia e Gesù indicato dall’Angelo del Signore a Giuseppe. Emmanuele significa Dio con noi e Gesù significa che egli salverà il suo popolo dai suoi peccati.

Dunque di che dobbiamo avere paura se Dio è con noi per salvarci?

+ Adriano Tessarollo